Filles de la croix

Italia Ritorna in tutte le regioni

Come leggere l’esperienza del coronavirus?
Mar 24, 2020

Improvvisamente, noi che ci ritenevamo padroni di tutto e di tutti, ci sentiamo impotenti, feriti, fragili, insicuri.

Nelle nostre agitate città, sulle nostre strade rumorose e affollate, è sceso un SILENZIO sconosciuto che fa “TANTO RUMORE” perché, improvvisamente grida al nostro cuore verità mai prese in considerazione.
Ogni luogo che accoglieva gruppi di persone è vuoto, è chiuso.
Persino la S. Messa è celebrata dai Sacerdoti a porte chiuse.

Le scuole sono chiuse, ma le relazioni proseguono, anche se in modo diverso: finalmente i social network sono usati in modo positivo! 
Nelle grandi città, dai balconi si comunica e ormai si conosce tutto dei coinquilini. Si crea una bella rete di solidarietà e si inventano nuovi modi per stare insieme.
Appuntamento alle ore 18 di ogni giorno per cantare insieme dai balconi: l’inno di Mameli, canzoni vivaci di ieri e di oggi. Il desiderio è anche di raggiungere i medici, il personale sanitario e tutti quelli che si prodigano per i malati, per esprimere loro tutta la riconoscenza dell’intero Paese.

È incredibile, ma ci sembra di essere in un mondo sconosciuto e riscopriamo in modo nuovo tutto ciò che, nel nostro quotidiano, sembrava ovvio e non impegnava la nostra attenzione: la famiglia, la comunità, la fraternità…
Quale riscoperta della preghiera oggi, e quanta preghiera sale a quel Dio che per molti sembrava non avere diritto di cittadinanza” tra noi!
Sì, un semplice virus ha sconvolto il mondo intero… E noi che credevamo di essere “onnipotenti” con le scoperte della scienza e della tecnica, prendiamo coscienza che il futuro non è nelle nostre mani, ma solo il presente. 
Così qualcuno ha scritto: “So di non aver altro che questo piccolo giorno di oggi da donare a Colui che mi chiama tutti i giorni, ma come dirgli sì per tutti i giorni, se non gli dono questo piccolo giorno qui? Dio ha mille anni per fare un giorno; io ho solo un giorno per fare qualcosa di eterno: L’OGGI”.
La Chiesa è vicina al popolo e indichiamo solo alcuni gesti significativi che hanno segnato la collettività.

Molto significativo il gesto del Papa. Domenica 15 marzo, poco dopo le 16, si è recato prima a Santa Maria Maggiore per rivolgere una preghiera e portare un omaggio floreale alla Vergine, Salus populi Romani.
Poi, percorrendo un tratto a piedi si è recato, come in pellegrinaggio, nella chiesa di San Marcello al Corso, dove si trova il Crocifisso miracoloso che nel 1522 venne portato in processione per i quartieri della città perché finisse la 'Grande Peste' a Roma. Anche qui ha deposto un omaggio floreale e ha pregato perché sia debellato questo flagello in tutto il mondo.

L’Arcivescovo di Milano, Mario Delpini, mercoledì 11 marzo è salito sulle terrazze del Duomo e ha innalzato un'accorata invocazione a Maria, alla Madonnina, simbolo religioso e civile di Milano. La preghiera è un video messaggio come sostegno e incoraggiamento per tutti i fedeli delle Diocesi.
«O mia bela Madunina che te dominet Milan… conforta coloro che più soffrono nei nostri ospedali e nelle nostre case; sostieni la fatica dei tuoi figli impegnati nella cura dei malati; infondi sapienza nelle decisioni, aiutaci a rifiutare le immagini di un Dio lontano, indifferente, vendicativo; non permettere che noi ci dimentichiamo di coloro che soffrono vicino e lontano per l’assurdità della guerra, l’ingiustizia della miseria». Sono queste alcune delle parole della preghiera che l'arcivescovo di Milano ha pronunciato ai piedi della statua della Madonna che sovrasta il Duomo di Milano.

Il Parroco di Castiglione d’Adda il 24 febbraio 2020, dopo aver celebrato da solo, in una chiesa vuota, senza fedeli, con i paramenti sacri, esce sul sagrato della chiesa e con il Santissimo benedice idealmente tutto il paese. E il paese di Castiglione d’Adda, nel cuore della Bassa isolata per il virus, è deserto, silenzioso. L’unico sussurro è quello della paura. Ecco alcune parole del parroco: "C’è molta preoccupazione nella comunità, ma rimaniamo tutti insieme, in una rete di profonda unità. Il clima è di sofferenza, ma c’è reale partecipazione di tutti", e rivolto ai suoi fedeli incoraggia: "Vi invito ad incrementare la preghiera. Ci sentiamo impotenti di fronte a questi fatti. Anche io ho pianto di fronte alla statua della Madonna ma pregare è già sperare".

La Conferenza episcopale italiana ha invitato ogni famiglia, ogni fedele, ogni comunità religiosa a recitare in casa il Rosario (Misteri della luce), simbolicamente uniti alla stessa ora: alle 21 di giovedì 19 marzo, festa di San Giuseppe, Custode della Santa Famiglia. Alle finestre delle case si è chiesto di esporre un piccolo drappo bianco o una candela accesa”. Il Papa, in collegamento, ha introdotto la preghiera: “Questa sera preghiamo uniti, affidandoci all’intercessione di San Giuseppe, Custode della Sacra Famiglia, Custode di ogni nostra famiglia. Anche il falegname di Nazareth ha conosciuto la precarietà e l’amarezza, la preoccupazione per il domani; ma ha saputo camminare al buio di certi momenti, lasciandosi guidare sempre senza riserve dalla volontà di Dio”.

 

Sr Carolina Malacarne, fdc