Filles de la croix Côte d'Ivoire

Korhogo : Confinamento ...
Jun 18, 2020

Tutte le nostre attività erano ben avviate come in ogni altro luogo, quando la notizia di questa epidemia ci è giunta attraverso i media. Come possiamo non interrogarci, non preoccuparci quando i nostri paesi d'origine, le nostre sorelle, le nostre famiglie, i nostri conoscenti sono colpiti da questo strano virus che riporta alla mente il ricordo di altri virus che avevano fatto tante vittime nel loro tempo?

Le prime misure adottate dallo Stato ivoriano a metà marzo hanno riportato la realtà della nostra Regione del Poro, nel nord della Costa d'Avorio, con la chiusura delle scuole e il rinvio di tutti gli studenti confinati in casa per evitare il diffondersi dell'epidemia.

Nella nostra comunità di Sainte Elisabeth, si è posta una domanda: cosa fare delle nostre strutture? Il Centro Giubileo, accoglienza dei malati mentali, deve continuare la sua missione, il sollievo dei malati e delle loro famiglie non può attendere un'ipotetica data di fine confinamento. Per il Centro degli Handicappati Don Orione, è certo che i bambini in riabilitazione funzionale e in educazione speciale rimarranno a casa o saranno curati al CHR di Korhogo perché ci sarebbe un rischio troppo grande di contaminazione. Gli unici servizi che rimarranno aperti, con l'accordo delle due persone che vi lavorano, sono l'officina ortopedica per la manutenzione dei vari apparecchi e delle scarpe e l'accoglienza sociale che è sempre piena. Le autorità locali o le personalità che si preoccupano della sopravvivenza delle persone, malate o meno, che vengono da noi, ci hanno dato derrate alimentari di base perché potessimo distribuirle alle famiglie bisognose. Una gran parte della popolazione che svolge un lavoro informale, cioè mangia quello che ha guadagnato nella giornata, ha perso il proprio sostentamento con le misure adottate dal governo e la gente non ha più niente da mangiare e niente da dare ai propri figli!

Per questo, come comunità, abbiamo optato per una flessibilità nel confinamento e per una certa prudenza e per l'uso di mezzi protettivi: lavaggio delle mani e maschere lavabili in cotone a doppio strato realizzate da un sarto. Il confinamento parziale ci ha permesso di seguire i lavori della casa, di lavorare al computer, e di dedicare maggior tempo alla preghiera personale e comunitaria. In effetti, da un mese e mezzo non è più possibile partecipare alle celebrazioni eucaristiche in parrocchia e, come tutte le nostre sorelle, siamo state chiamate a intensificare la nostra preghiera perché tutto il mondo esca dalla pandemia e a pregare con i malati e le loro famiglie, con le nostre sorelle che attraversano questa croce e per tutto il personale sanitario e per coloro che si dedicano alla ricerca.

Fortunatamente, una o due volte alla settimana, abbiamo la possibilità di partecipare, nella nostra piccola cappella, alla Messa celebrata da un sacerdote inviato dal nostro parroco. Qualche volta alcuni parrocchiani si uniscono a noi... In questo Giorno della Resurrezione 2020, una donna incontrata dal nostro celebrante alla grotta mentre pregava Maria, è venuta a vivere l'Eucaristia con la nostra comunità. Alla fine della celebrazione, Marie-Lucie si è alzata in piedi, scusandosi, per dire grazie tanto era grande la sua gioia. Per questa cristiana, ex musulmana, questa messa è stata una benedizione. Non sapeva che avrebbe avuto questa bella possibilità e l'unica piccola somma di 5.000 franchi sefa destinata a comprare, nel giorno di Pasqua, qualcosa da condividere con i suoi parenti musulmani, l'aveva data in offerta. Era nel rendimento di grazie: questo momento era una benedizione in tutte le difficoltà che aveva dovuto vivere in quei giorni!

Per la nostra comunità, questa testimonianza rimane come una perla in un momento in cui vediamo l'epidemia aumentare lentamente nel nostro paese... Anche se il futuro è incerto, i nostri progetti e programmi, capovolti, questa parola, resta come una speranza: il Signore è risorto! Passa nella nostra vita quotidiana!

Sœurs Janine, Giovanna, Denise et Emmanuelle